Le tradizioni popolari
Le tradizioni locali e popolari, messe in disparte nel periodo che va dagli anni ’80 alla seconda metà degli anni ’90, sono ritornate sempre più prorompenti. Le memorie storiche delle tradizioni dei piccoli paesi, spesso tramandate dagli anziani, hanno trovato nuovo vigore grazie, soprattutto, all’opera di rivalutazione compiuta dalle Pro-Loco.
La Festa della Municeddha ne è un esempio emblematico, in quanto ha saputo dare valore ad antiche tradizioni, facendole conoscere anche fuori dai confini circoscritti del paese e del territorio salentino.
Gli usi e i costumi salentini sono una valida attrattiva e i giudizi espressi da chi giunge alla Festa sono altamente positivi. Tale successo deriva dall’autenticità delle tradizioni, dalle persone stesse e dal loro rapporto con il turista, oltre che dai profumi e dai sapori di un tempo. Di norma la gente accorre e ritorna ad una sagra solo se soddisfatta da ciò che ha mangiato.
Oggi ci si avvicina al cibo con molta più attenzione rispetto ai decenni scorsi. L’approccio adottato è quasi scientifico, comparso in seguito a mutamenti nello stile di vita che hanno fatto guardare al cibo in un’ottica nuova, sublimando antichi sapori. Questo processo, che può essere definito culturale, ha generato un recupero eno-gastronomico, che guarda non solo alla tradizione ma, anche e soprattutto, alla qualità.
L’alimentazione, pur essendo un bisogno primario, con l’aumento del benessere ha subìto una rivalutazione qualitativa.
Alcuni sociologi ritengono che la società attuale sia caratterizzata da comportamenti sociali etico soft che ispirano nuovi modelli di convivenza e nuovi atteggiamenti nei consumatori, i quali diventano più attenti all’ambiente e alla qualità.
Secondo l’antropologo Daniel Roche:
«quando una società comincia a trovare piacere nelle cose di secondaria importanza, introduce un criterio di scelta nel cibo, nei vestiti, negli alloggi, come segni di distinzione».
È un’identità sociale che si esprime in stili di vita diversificati, che sono il frutto di scelte normative, cognitive ed estetiche nuove. Di particolare importanza è la riflessività di tipo estetico e cioè la capacità di formarsi e di confrontarsi con giudizi che riguardano i criteri secondo i quali si dà valore alle cose e alle esperienze e si giudica la loro bellezza, autenticità e raffinatezza.
Nella società attuale, basata su benessere e status symbol, la ricercatezza dei prodotti di consumo viene considerata segno distintivo. Il post-modernismo ha aggiunto un ulteriore elemento di distinzione, l’interesse per la natura che nelle epoche precedenti era limitata. L’uomo nella società postmoderna è pertanto orientato alla ricerca della qualità e della naturalità come elementi capaci di distinguerlo dalla massa.